sabato 11 gennaio 2014

E LA RUOTA CONTINUA A GIRARE ...





Ogni oggetto ha alle proprie spalle una storia da svelare. Essa non è un racconto vanitoso, ma l'alternarsi dell'ingenio umano e delle sue disgrazie.
Così, attraverso gli oggetti, gli uomini possono comprendere la propria natura e la ruota della bici ci dice che siamo viaggiatori. Che ci muoviamo nel tempo e nello spazio, per sopravvivere ma anche perché costantemente insoddisfatti. Ma non ci basta solo muoverci, dobbiamo farlo velocemente, perché in fondo il nostro tempo è limitato e la nostra sorte è mutevole.




La storia della ruotadella bicicletta ha inizio due secoli fa, quando per mano di un conte nasce la bicicletta. Con il passare del tempo le esigenze trasformano quella ruota di legno, proveniente da un carro, in un oggetto la cui forma rasenta la perfezione, scolpita dalla ricerca e dal desiderio d'innovazione proprie dell'uomo.





La ruota della biciclettaè la prima ad incanalare l'energia umana trasformandola inspostamento. Per viaggiare non avevamo più bisogno degli animali, bastavamo noi. La velocità era però, in agguato e così da due ruote si è passati a quattro, e dalla forza delle gambe ci ci è rivolti a quella di un motore. Consapevoli, però, che ogni cosa ha un prezzo e che muoversi comporta relazionarsi con l'ambiente circostante, il quale non rimane immutato al nostro passaggio, abbiamo eretto la ruota della bici e quest'ultima a baluardo indifesa del nostro pianeta.

Ma la ruota della bici ama girare, divorare l'asfalto, arrampicarsi, scivolare rapida, e gli uomini amano correre, beffare il tempo. Ecco che allora la ruota si affaccia nel mondo dello sport e iniziano le sfide, solitarie e non, con vinti e vincitori. Tal volta a prevalere è l'uomo, altre volte è la ruota e quando ciò accade subito ci si mette a modellarne una nuova che non faccia sfigurare il suo creatore.


La ruota della bici è pur sempre un oggetto. Come tale gli uomini non possono fare a meno di riversarvi il proprio estro creativo, capace di donare un'anima anche ad un corpo vuoto. La ruota diventa allora opera d'arte, decorazione, mezzo espressivo. Assume valore. Contemporaneamente diventa oggetto d'invidia e poiché è preziosa va protetta. Perché l'uomo non è solo creazione ma anche degenerazione.


Così da manufatto puramente funzionale, la ruota della bici è diventata espressione sociale. Del resto questo è il destino di qualsiasi oggetto. Se prendessimo ad esempio una forchetta, ci renderemo conto che questa non è solo uno strumento atto al nostro nutrimento ma anche lo specchio di una società basata su usi e costumi che negli oggetti trovano il loro sostentamento.


Nessun commento:

Posta un commento